Archivio mensile:marzo 2012

LUNEDI 2 APRILE

:MEMORIE la storia delle cose a venire

LUNEDI 2 APRILE

PROGRAMMA DELLA SERATA

Ore 20.30

Diari del Novecento proiezione delle clip:

Giuseppe Battiston interpreta Lev Tolstoj da Diario, 1905

Gianmarco Tognazzi interpreta Nikolaj Romanov da Diari dell’ultimo zar, 1917

Elio Germano interpreta Mihaly Samson da La rivolta di Budapest, Diario, 1954

H 21.00 Proiezione di NON HO TEMPO di Ansano Giannarelli

Italia, 1971-1972, 105’

Soggetto liberamente tratto dal libro “Tredici ore per l’immortalità” di Leopold Infeld, sulla breve esistenza del matematico francese Évariste Galois e sulla sua misteriosa morte.

Sceneggiatura Ansano Giannarelli, Edoardo Sanguineti

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Lunedi 26 Marzo @ Cinema Aquila

Continua la rassegna :MEMORIE, la storia delle cose a venire

Con la preziosa partecipazione di PATRIZIA PICCININI in un reading sul palco del CINEMA AQUILA

PROGRAMMA DELLA SERATA

Ore 20.30

Per la raccolta Diari del Novecento diretto da Stefano Grossi

proiezione della clip: Patrizia Piccinini interpreta Alda Merini da Diario dal manicomio, 1965-1972.

Ore 21.00 READING

PATRIZIA PICCININI legge Alda Merini da L’altra verità, diario di una diversa.  L’esperienza del manicomio e della malattia mentale di Alda Merini, 1965.

«Ho la sensazione di durare troppo, di non riuscire a spegnermi: come tutti i vecchi le mie radici stentano a mollare la terra.
Ma del resto dico spesso a tutti quelli che quella croce senza giustizia che è stato il mio manicomio non ha fatto che rivelarmi la grande potenza della vita
da La pazza della porta accanto

Un fotogramma della Clip

Ore 21.30

Proiezione di LASCIANDO LA BAIA DEL RE di Claudia Cipriani Italia, 2011, 77’

L’autrice sarà in sala ad introdurre il film

Cosa succede se un’insegnante decide di filmare i suoi allievi durante le ore di lezione? E se un’allieva decide di filmare l’insegnante? È quello che accade nel quartiere popolare “Baia del Re”. Lì i destini di una ragazzina e della sua “educatrice” s’incrociano, trasformando il ritratto di una strana comunità nella storia della catarsi da una tragica perdita. Il racconto di un’amicizia nata da un insolito modo di insegnare si trasforma in un viaggio da un luogo della periferia milanese, chiamato Baia del re, a un luogo del Polo Nord che ha lo stesso nome.

Recentemente proiettato a SGUARDI ALTROVE, appuntamento milanese
di spicco di opere cinematografiche e audiovisivi a regia femminile e premiato come miglior documentario assegnato dalla Giuria giovani e con la menzione speciale della Giuria del concorso documentari.

Contest 2012 – Il documentario in sala è prodotto da:
Lab Novecento e Nuovo Cinema Aquila
Con il sostegno di:
Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Roma
Con il patrocinio di: Doc Ite AAMOD
In collaborazione con: VOSTOK Film, Rarovideo, Minerva Pictures, Rai Trade, Felix Film

Lunedi 12 Marzo CINEMA AQUILA

Lunedi 12 Marzo 2012

IV Appuntamento del FESTIVAL “:MEMORIE, la storia delle cose a venire” al CINEMA AQUILA

[ Replica Martedi 13 ]

PROGRAMMA DELLA SERATA

H 20.30 SALA 3

Proiezione delle Clip Video tratte da DIARI DEL NOVECENTO di STEFANO GROSSI

Paolo Giovannucci interpreta Rodolfo Sonego da Diario australiano

La vita tragicomica degli emigranti italiani in Australia, tra diffidenze, preconcetti e solitudine

Giordano De Plano interpreta Ernesto Che Guevara da Diario del Che in Bolivia

 

H 21.00 SALA 3

MI POGOLOTTI QUERIDO
Italia 2011,57’
Di Enrica Viola
L’autrice sarà in sala ad introdurre il film.

Quando Dino Pogolotti a 20anni lascia Giaveno, un piccolo paese del Piemonte, alla fine
dell’Ottocento, è un emigrante come tanti altri in cerca di fortuna. Nel 1895 si imbarca a
Genova diretto a New York dove lavorerà come facchino, cameriere, traduttore ed
insegnante. Qui conoscerà Grace, una sua allieva, sposandola nonostante il divieto della
ricca famiglia della ragazza.

Nel 1898 si trasferisce con lei a Cuba in veste di segretario del
console americano. A pochi anni di distanza dal suo arrivo sull’isola Dino acquisisce dei
terreni a basso prezzo nella periferia dell’Avana, dando inizio alla sua fortunata attività
imprenditoriale che culminerà nella costruzione nel 1911 del “Barrio Pogolotti”.

La storia dei discendendenti della famiglia Pogolotti attraverserà un secolo tra una sponda e l’altra
dell’oceano, con il figlio Marcelo, talentuoso pittore d’avanguardia negli anni 30′ e la nipote
Graziella Pogolotti, ancora oggi intellettuale di punta del mondo cubano.
Testimonianze illustri ci porteranno alla scoperta del quartiere di 1000case costruito alla
periferia dell’Avana suo nonno Dino, emigrante italiano. Nel Barrio si entra nelle case dove
si praticano rituali di Santeria, si incontrano anziani giocatori di Domino che rievocano i
tempi andati, artisti famosi come il musicista Oscar Valdes che per scelta ha deciso di
continuare a vivere in un quartiere proletario, ex campioni di football che oggi si dedicano
alla formazione dei giovani in uno scalcinato centro sportivo. “Il Pogolotti” come è
chiamato all’Avana è un luogo unico: un quartiere brulicante di vita che con il suo
carattere popolare racchiude un forte sentimento comunitario e un’identità culturale salda

Nota dell’Autrice
“Qui dopo 100 anni, è rimasta la memoria dell’italiano che fondo’ il primo quartiere operaio
dell’ America Latina ma la storia degli abitanti del barrio è molto lontana da quella della
saga dei Pogolotti raccontata nel documentario.
Nel barrio Pogolotti gli abitanti sembrano stanziali da quando i loro nonni avevano vinto la
“riffa” l’assegnazione della casa a prezzi popolari, per gli operai. Come se un senso di
gratitudine per questa buona sorte si tramandasse di padre in figlio. Per questo siamo
entrati rispettosamente nelle loro case, con lo sguardo delicato che si posa su qualcosa di
prezioso quasi sacro e prima di entrare abbiamo chiesto a molti padroni di casa di fare
un’auto presentazione sul ciglio della porta. Qualcun altro si è prestato ad accompagnarci
per le vie del barrio, a piedi o in macchina, e un gruppo di anziani giocatori di Domino
sono diventati i mattatori, dando poi ritmo al montaggio del film. Con la loro viva ed
emozionante umanità questi abitanti del Barrio Pogolotti hanno permesso di raccontare un
pezzo di Cuba senza lasciarsi tentare dai pregiudizi”